Cercatore d’oro

Chino e talvolta dolorante all’umida ombra tropicale
chino e talvolta ridente, ma gocciolante in acque limacciose
impastando nel liquido mercurio quel denso fango tiepido
t’avveleni la speranza per i pori di nere nude mani.
Intossicando gli esseri che mai sazi si cibano
e avveleni il tuo corpo
sì il tuo corpo
per poter mangiare.
E l’oro pur detto nobile si fonde nel mercurio
e tu pur uomo ti fondi in natura artificiale.
E tu sobbalzi a tarda sera ed altri conoscendoti
mai forse capiranno se in tal questione esposti
e non si ciberanno del frutto del tuo fango.

E tu ansante mostrerai un giusto bottino
all’alba e al volere del mondo.

Enzo G. Specchio


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