Persone in bottiglia

Guarda Antonio il quinto piano illuminato
di quel bianco palazzo in riva al corso,
là posata vive e vibra un’accozzaglia
di persone imbottigliate.
Guarda Silvia ora la luce già si spegne
e cascano in un letargo di otto ore.
La loro vita sia un’ampolla appoggiata
vuol’essere autosigillata.
Sempre non attende che qualcuno l’apra
lascia solo un pertugio intermittente
per carpire all’umano la sua natura
disgregandola e sfruttandola ancora
ed emettendo ogni tanto sbuffi d’ira ...
... già l’ampolla si riempie e tarda muore.
Ora stranita si stupisce di natura
e forse s’attarderà di non aver vissuto
o ancor forte del suo vetro riderà
noi comunque abbiamo inteso qualche cosa.
Si prova forse una fitta a voler giudicare
ma può esser giusto se ci è concessa
a volte
tal visione.

Enzo G. Specchio

Ginseng

Ocra deserto di polvere estesa
il tuo vento è un respiro di Terra
l’acqua d’oscuro fiume vivifica
porge forza a tua assetata radice
uomo quadrumane in tua similitudine.
Polpa a mezzo di sì rado essere
dicono adatti un po’ a soffrire
colto speranza di vita ridai
(ma non s’esageri nel gonfiare il pensiero)
o quel po’ di vivificante luce.
O famelica brama di scambio
di chi assorbe di natura il potere
e pur di uomo naturale volontà
di chi usa ancor la morte di vita
di chi aspira una briciola di ...
... di cosa, per l’esattezza?

Enzo G. Specchio


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