La felicità

1915

È tutto esaurito dai giardini lo scroscio
di pioggia serale. E la conclusione è questa:
la felicità ci sottomette allo stesso tormento
di un esercito di nuvole.

Certo, una felicità burrascosa
somiglia nel volto e nell'aspetto
al trionfo in cento foglie delle vie
dopo la lavatura del maltempo.

Lì è conclusa la pace. E come Caino
è marchiato dal caldo
dei sobborghi, obliato e denigrato,
e beffeggiato dalle foglie il tuono.

E dall'altezza. E dai singhiozzi delle gocce.
Tanto più percettibili perché
anche i boschetti sono innumerevoli:
crivelli fusi in un compatto vaglio.

Sul fogliame piatto. Nell'oceano
di gemme liquefatte. Nel fondo
della smaniante adorazione
di coloro che pregano il cielo.

Non è spremuto il grumo del cespuglio.
Nemmeno l'amoroso crociere sparge
in gabbia i granelli con tanto fervore
come il caprifoglio con un campo di stelle.

Boris Leonidovic Pasternàk


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