HOME
Requisiti
Queste sono le caratteristiche che contraddistinguono il nostro modo di lavorare
 
 
 
 

Requisiti Essendo l'artista/artigiano ideatore ed esecutore del proprio lavoro, oltre che garantire l'originalità ed unicità del proprio prodotto trasmette un importante bagaglio di informazioni, di nozioni di perizia manuale, di conoscenza tecnica, di ricerca che altrimenti, nella nostra società andrebbero perduti. Occorre quindi stabilire una differenziazione attenta tra le tecniche, individuando i mestieri con molta precisione ed enfatizzandone particolarmente l'auto/produzione, in tutto il ciclo produttivo: dalla progettazione alle rifiniture.

 
 
 
 1. MATERIALI USATI
2. TIPO DI STRUMENTI
3. QUANTITATIVO DELLA PRODUZIONE
4. DIMOSTRAZIONE DELLA PRODUZIONE
 
 
 
 1. MATERIALI USATI: è importante l'uso saggio creativo delle materie prime che dovrebbero essere, nei limiti del possibile, il più vicino allo stato naturale. È consentito l'uso di semilavorati quando risulta chiara la loro trasformazione.
2. TIPO DI STRUMENTI: devono essere adatti alla lavorazione del singolo pezzo e non a lavori in serie. Le lavorazioni devono essere eseguite essenzialmente a mano. Sono escluse le lavorazioni in serie anche se le rifiniture vengono apportate a mano. Le tecniche tradizionali si avvalgono di strumenti semplici sono quindi esclusi i macchinari di tipo industriale o molto meccanizzato, ove risulta inesistente qualsiasi tipo di intervento manuale.
3. QUANTITATIVO DELLA PRODUZIONE: i manufatti devono essere pezzi unici, perchè lavorati pezzo per pezzo; risulta quindi una quantità limitata a consentire un reddito minimo che una persona, lavorando sola e con le proprie mani, può produrre. È esclusa l'assunzione di dipendenti. La produzione industriale usa un criterio della quantità nell'ottica del consumo, l'artista/artigiano impiega molto lavoro personale per ogni pezzo che produce e ne privilegia la qualità.
4. DIMOSTRAZIONE DELLA PRODUZIONE: l'insegnamento come trasmissione dei valori culturali come legame con i mestieri dell'antica tradizione. Il fine è dimostrare e fare conoscere un'identità particolare di quei mestieri che non si fondano solo sulle differenze tecnologiche, ma che si basano soprattutto sulla conoscenza del "valore" che il "fare con le mani" esprime, trasformando così un'indelebile traccia nella storia dell'uomo. L'associazione si prende carico di approfondire i requisiti per le tecniche ed i materiali specifici.
 


 
Alcune riflessioni sulle lavorazioni per coloro che operano creativamente con il proprio ingegno
 
 
 
 

CANDELE
Il materiale di partenza è la cera d’api, che può essere accompagnata da altre cere o resine naturali e tollerare aggiunte di paraffina.La materia può diventare candela immergendo lo stoppino nella cera fusa o modellando direttamente la cera. Le candele prodotte in serie con attrezzi o stampi e il semplice intervento decorativo su candele del commercio non sono artigianato ma piccola industria.

CERAMICA
Il materiale di partenza è l’argilla di vari tipi. Le tecniche sono quelle tradizionali di modellazione a mano e tornitura, colombina ecc. escludendo quelle destinate alla produzione di serie.
Per oggetti da cucina non bisogna usare smalti al piombo.

CUOIO
Il materiale di partenza è la pelle conciata.
E’ auspicabile utilizzare pelli conciate al vegetale e colorate con pigmenti naturali. L’uso di macchinari per il taglio e la decorazione squalifica l’unicità del manufatto.
E’ giocoforza l’uso di accessori (fibbie, chiusure, borchie ecc.) ma è scorretto impiegare il cuoio come accessorio di questi.

LEGNO
Il materiale di partenza è il legno massello in forma di tavola, travetto ecc., il compensato si usa quando è la scelta tecnica migliore.
Si utilizzano macchinari elettrici a lavorazione singola, quali: pialla, sega, tornio.

METALLO
Il materiale di partenza è il metallo semilavorato (filo e lastre ) oppure rottame o grani da fondere.
La fusione a cera persa permette di ottenere pezzi unici ma anche di fare produzione in quantità.
Il semplice assemblaggio di pezzi preconfezionati industriali o provenienti da altri paesi non è artigianato.
Non è corretto commercializzare materiale su cui non ci sia stato un intervento manuale da parte dell’artigiano: fossili, minerali, corallo, ambra ecc.

PUPAZZI ( Bambole, burattini, giocattoli di pezza )
I materiali di partenza sono sostanze naturali: lana, cotone, sabbia, miglio, riso ecc. per le imbottiture; lana, cotone, seta, argilla, paglia ecc. per l’esterno. L’utilizzo di parti prestampate o preconfezionate ( teste, mani, piedi in plastica, biscuit, gesso, gomma e materiali simili) è squalificante.
Per quanto riguarda la sicurezza del manufatto ( essendo prevalentemente destinato ai bambini ) soprattutto per le piccole parti ( occhi, naso, capelli, bottoni ecc.) è indispensabile fare riferimento alla normativa CEE sulla sicurezza del giocattolo.

TESSITURA
Il materiale di partenza è una qualsiasi sostanza naturale o riciclata che si lsci tessere per ottenere dal tappeto annodato all’arazzo finissimo, dalla stoffa a metraggio al pannello a muro ecc. Si privilegiano le fibre vegetali (cotone, lino e canapa), le lane grezze a tinte vegetali o bianche spurgate (senza aver subito trattamenti chimici o di sintesi) Benvenute sono le lane sia filate a mano che a pedale.
Nella tintura con colori naturali si impiegano come mordenti: allume di rocca, cremortartaro, sale da cucina, aceto, oltre a idrosolfito ed ammoniaca per l’indaco.
Lo strumento di lavoro è il telaio a mano, non elettrico. I licci sono azionati con la mano o con i pedali e la navetta può essere azionata a mano o a frusta; la pezzata può essere lunga a piacere secondo la portata del subbio.
I lavori in patchwork e stoffe riciclate cuciti a macchina elettrica o a pedale sono ammessi in quanto prevale evidentemente l'impegno dell'artefice.

VETRO
Lavorazioni a caldo
-A lume: I principali vetri lavorati a lume sono: borosilicati, vetro di Murano, tubi al neon, vetro per perle (più tipi)
. Il vetro dopo essere stato portato a temperatura di fusione è modellato con soffiatura, utensili e seste.
-In fornace: uno o più crogioli da cui si estrae il vetro fuso per soffiarlo e modellarlo con utensili e stampi. In genere è un lavoro d'equipe, molto impegnativo per un piccolo artigiano.

-Grisaille: lavorazione tipica delle vetrate delle cattedrali. La lastra piana viene dipinta a smalti e poi cotta in forno.
-Fusione: si compone un oggetto con uno o più vetri compatibili, si mette in forno e si porta a temperatura di fusione. Il vetro uscirà dal forno in un unico blocco.
Lavorazioni a freddo
-Decorazione del vetro: Si può decorare il vetro utilizzando smalti, sabbiature, abrasione con fresette. L'uso di colori industriali appositi e di resine sintetiche è obiezionabile.
-Sagomatura e assemblaggio: Le due principali lavorazioni sono : Tiffany ( profilati) e mosaico. Nel primo caso il vetro viene tagliato e sagomato, disposto su una superfice piana o curva, e poi assemblato utilizzando sottili bande adesive di rame (Tiffany) o binari di piombo (profilati) che poi vengono stagnati.
-Mosaico: si tagliano le tessere di vetri colorati che poi vengono giustapposte a comporre un motivo e affogate in un impasto di ritegno.


Raramente l'ammirazione che proviamo per un qualsiasi oggetto bello può venir scissa dalla stima che diamo del suo costo in termini di fatica e d'abilità. Da questo punto di vista una decorazione fatta a macchina è un'assurdità.

Q
ualsiasi tipo di mistificazione che catturi l'occhio dimostra il bisogno di un occhio discriminatore, che sappia distinguere il genuino rispetto al falso e i contrassegni della devota maestria rispetto ai modi sbrigativi del lavoro scadente.

L
'uomo non sarebbe uomo se non ponesse la padronanza del movimento al servizio di ulteriori finalità. Il canestro intrecciato, il panno intessuto, la pietra incisa o il legno intagliato, registrano e preservano quel piacere del controllo che è inseparabile dal sorgere dell'arte decorativa.

N
ello stesso tempo lo schema è piegato a servire finalità culturali; la tradizione pretende il diritto di restringere la libertà del gioco man mano che i motivi acquisiscono significati.